Progetti di scienze e tecnologia alla primaria

L’acqua nella storia

Per milioni di anni l’acqua fu l’unico ambiente in cui potesse manifestarsi la vita.
Circa 4 milioni di anni fa comparvero i primi ominidi, che come tutti gli altri esseri viventi dipendevano dall’acqua potabile.
Con la sua evoluzione, l’uomo cominciò a influire sempre più sulla “storia” dell’acqua: dalle prime cisterne per raccogliere l’acqua piovana nell’età del bronzo, agli imponenti acquedotti romani, alle moderne reti idriche.
Ci sono anche casi di cambiamenti ambientali drammatici, che hanno costretto l’uomo ad abbandonare vasti territori a causa della siccità: è il caso del deserto del Sahara (Scarica una ricerca sulle pitture rupestri dell’Acacus in PDF)

Noi primitivi siamo stati i primi a coltivare la terra.
Noi abbiamo imparato che un seme grazie all’acqua rinasce a nuova vita e permette anche la nostra sopravvivenza.
Per nutrirci abitiamo vicino ai fiumi e ai laghi che sfruttiamo per allevare il bestiame.
L’acqua è una fonte di vita naturale e serve a rinfrescarci il corpo dentro e fuori.

Noi siamo i Mesopotamici.
Coltiviamo e andiamo a prendere l‘acqua nei fiumi che circondano e proteggono le nostre terre: Tigri ed Eufrate. I nostri bambini leggono, scrivono e gli piace giocare con le spade di legno, per fare finta di essere guerrieri.
Ognuno ha il giardino pensile che contiene le palme. Però quello che è più importante è lo “zigurat” della città, che usiamo come tempio e persino come magazzino.
Il più famoso è la torre di Babele.
Un giorno gli Assiri ci attaccarono ma per fortuna abbiamo ucciso il capitano e loro si sono alleati con noi.

Noi siamo gli Egizi e abitiamo in una regione in cui piove poco e il cielo è quasi sempre sereno.
Il calore del sole è intenso, il territorio è fertile e abitabile solo nelle valli bagnate dal fiume Nilo. Noi preghiamo molto i nostri Dei che se sono clementi ci premiano con la piena del fiume.
Quando la portata delle acque diminuisce e il fiume Nilo rientra nel suo letto, sui terreni rimane una specie di fango, detto Limo, sul quale gli agricoltori procedono alla semina.
Se la quantità delle acque è troppo abbondante i terreni allagati si trasformarono in paludi, non è possibile coltivare e passeremo mesi di carestia. Allora il nostro Faraone ci permette di lavorare come muratori per costruire i tempi e le piramidi.

Noi siamo gli Ebrei, nomadi e pastori, che un giorno, per cercare l’acqua, siamo capitati in Egitto.
Noi lì stavamo bene e facevamo bere i nostri greggi, ma ci hanno visti gli Egizi e ci hanno catturati e trattati come loro schiavi.
E per avere l’acqua e cibo dovevamo lavorare giorno e notte.
Poi la mattina ci svegliavamo e ricominciavamo a lavorare per costruire degli inutili monumenti per i loro falsi dei.

Noi siamo i Fenici.
Siamo esperti marinai e mercanti.
Sfruttiamo il mare navigando, così commerciamo più facilmente.
Abitiamo vicino al più grande deserto del mondo, in un posto difficile da coltivare, ma abbiamo i cedri.
Il cedro è un legno molto utile con il quale costruiamo le nostre indistruttibili navi.

Noi siamo i Greci.
A Sparta si impara a combattere sopra alle montagne e ad Atene si impara a ballare e suonare la lira.
Noi Greci usiamo l’acqua per navigare e conquistare nuove regioni.

Noi siamo gli Etruschi.
Ci siamo serviti dell’acqua per coltivare grano, olio e vino che esportiamo via mare.
Gli architetti costruiscono grandiose opere per irrigare i campi e per prosciugare le paludi sulle coste.

Noi Romani abbiamo costruito gli acquedotti per trasportare l’acqua alle città.
Tramite condutture in piombo, legno o argilla, l’acqua arrivava agli edifici e alle fontane.
Per attraversare i fiumi abbiamo costruito i ponti, come il Ponte di Tiberio a Rimini.
Dall’acqua del mare abbiamo preso il sale.
Il fiume Tevere ci è servito per trasportare i prodotti dell’agricoltura e per ricevere merci dal mare.
Il mare era abbastanza vicino a Roma per offrire i suoi vantaggi: abbiamo costruito i porti per sfruttarlo al meglio.

Nel Medioevo si utilizzavano le tecniche romane per costruire le tubazioni per l’acqua, che erano fatte di argilla, legno, piombo.
Nei castelli e nelle fortezze, l’approvvigionamento di acqua doveva essere garantito anche durante gli assedi.
Per questo motivo si utilizzavano i pozzi a carrucola per prelevare l’acqua dalle fonti sotterranee, e le cisterne per raccogliere l’acqua piovana.
Nell’epoca dei Comuni, vi era un responsabile cittadino dei pozzi, che controllava l’efficienza del sistema di approvvigionamento.
Chi sporcava i pozzi veniva punito duramente.
Pochissime case erano collegate alla rete pubblica.
Donne e servitori si occupavano di andare a prendere l’acqua nei pozzi della città.

Nel XIX secolo nascono in Europa impianti cittadini dove l’acqua è sottoposta a pressione. Prima furono collegati i terreni, poi le tubature furono portate fino alle cucine.
I sanitari privati come il WC, la stanza da bagno e la doccia si diffondono nelle città solo agli inizi del XX secolo, in campagna spesso solo dopo la seconda guerra mondiale.
Il collegamento alla rete di approvvigionamento dell’acqua favorisce il diffondersi di microbi e agenti patogeni; perciò l’acqua va resa pura con sostanze chimiche.

Nel XXI secolo si comprende l’importanza dell’igiene per vivere meglio ed essere più sani.
Il consumo di acqua di ogni persona aumenta molto, così come aumenta la popolazione mondiale.
Oggi tutte le case sono collegate alla rete idrica. Le centrali idriche vengono alimentate soprattutto dall’acqua dei laghi naturali e artificiali, le falde acquifere sono sottoposte a un intenso sfruttamento.
Per la preparazione dell’acqua potabile oggi vengono utilizzati filtri al carbone attivo, raggi UV, filtri a sabbia e a membrana.